Roma Big Band
Se immaginiamo il ‘900 come un film, il sound della Big Band rappresenta una parte considerevole della colonna sonora. Pensiamo non solo alle incisioni delle grandi orchestra americane dall’epoca dello Swing fino ai giorni nostri, ma alle musiche di migliaia di pellicole, agli spettacoli di Musical e Varietà nei teatri di tutto il mondo, alla televisione. Il suono delle orchestre jazz ha accompagnato l’immaginario di tante generazioni e influenzato tutte le grandi e piccole rivoluzioni musicali del secolo, grazie alla straordinaria vitalità, alla varietà e ricchezza di stili, indirizzi e personalità. Musicisti come Duke Ellington, Count Basie, Woody Herman, Stan Kenton, Gil Evans e, in ambiti più “commerciali”, Nelson Riddle ed Henry Mancini (per citare solo alcuni), con le loro composizioni ed arrangiamenti hanno modellato il gusto di un’intera epoca. Mettendola sul “serio” potremmo dire che la Roma Big Band “fa ricerca”, esplorando da un lato i repertori dei maggiori compositori e arrangiatori (Oliver Nelson, Bill Holman, Gil Evans, Quincy Jones, Marty Paich, Bill Potts, Lennie Niehaus, Benny Carter e altri) e presentando dall’altro composizioni e arrangiamenti originali (Sal Nistico, Enrico Pieranunzi, Marco Tiso, Tiziano Ruggeri), spesso scritti appositamente per la Roma Big Band. La verità é che in questa “ricerca” noi ci divertiamo come matti e vogliamo che il pubblico si diverta con noi, ricordando che alla base di tutto c’é la famosa Regola del Duca: It Don’t Mean a Thing if It Ain’t Got That Swing.